giovedì 8 settembre 2011

A caccia di petrolio in Adriatico "così si uccide il futuro dei centri storici pugliesi"

Fonte: BisceglieLive.it


L'allarme dell'associazione Ambiente e/è Vita Puglia Onlus che chiede l'intervento dell'Amministrazione di Bisceglie


Le trivellazioni in Adriatico alla ricerca di petrolio mette a rischio l'intero ecosistema marino, trattandosi di un mare chiuso. Ma soprattutto rischiano di compromettere per sempre il futuro dei borghi antichi delle città pugliesi, tra cui anche Bisceglie. La denuncia è di Daniele Felice Sasso, presidente dell'associazione Ambiente e/è Vita Puglia Onlus - Bat che, in una nota, chiede l'immediato intervento dell'Amministrazione comunale di Bisceglie perchè chiarisca subito la sua posizione in merito.

«Lo scorso 5 agosto 2011 - scrive Sasso -, la Spectrum Geo Ltd ha fatto istanza al Ministero dell’Ambiente per l’autorizzazione di ispezione dell’Adriatico con il metodo dell’Airgun per la ricerca di petrolio. Le due concessioni d1 BP SP e D1 FP SP in giacenza al Ministero, con allegate mappe satellitari, mostrano l’estenzione ragguardevole del territorio investito da questa ricerca: circa 30mila chilometri quadrati comprendenti Emilia Romagna, Marche, Abruzzo, Molise, Puglia. 






La tecnica di ispezione, l’Airgun, consiste in scariche violente di aria compressa verso i fondali marini. I risultati forniscono precise informazioni sui giacimenti petroliferi, dovuti alla riflessione delle onde. Autorevoli indagini scientifiche mondiali affermano l’estrema nocività della tecnica utilizzata, le onde riflesse dall’indagine causano interferenze con il sonar dei capodogli, lesioni permanenti, destabilizzazione con conseguente confusione di schiocchi, nonché morte di cetacei, pesci e numerose specie bentonitiche anche a chilometri di distanza dal punto di ispezione».
«È importante affermare - aggiunge - che il governo non ha assolutamente coinvolto la Regione Puglia nella procedura di V.I.A. né ha mai considerato gli effetti della nocività dell’Airgun (probabilissima causa dello spiaggiamento di numerosi cetacei). Lo scopo della Spectrum Geo LTD, presumibilmente, è quello di commercializzare i dati a ditte terze con conseguente petrolizzazione del mediterraneo. Se il disastro avvenuto a centinaia di chilometri dalle coste scozzesi è stato considerato uno dei più gravi disastri ambientali dal 2000 ad oggi in ambiente oceanico, chissà cosa potrebbe accadere in un mare chiuso qual è proprio l’Adriatico le cui licenze per approvvigionamento di petrolio verranno elargite a poche decine di chilometri dalla costa».
«Nelle coste americane - ricorda Sasso - , il divieto di ispezione e trivellazione è sancito per 160 km dalla riva. Noi vogliamo proteggere il mare, il motivo caratteristico di molti borghi pugliesi, senza venderlo o svenderlo a nessuna compagnia petrolifera. Bisogna vietare assolutamente le prospezioni in adriatico! La questione, accesasi molto tempo addietro, ha visto l’intervento del ministro Prestigiacomo che, con DM 126/2011 autorizzò le indagini petrolifere nell’adriatico. L’associazione Ambiente e/è Vita ha proposto ricorso al TAR Lazio contro le ricerce di idrocarburi a largo delle isole Tremiti».
«Come associazione - conclude -, invitiamo l’Assessorato all’Ambiente del Comune di Bisceglie a fornire maggiori spiegazioni in merito vista la questione e viste le problematiche elevate che sorgono».

Francesco Di Reda
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