giovedì 31 marzo 2011

Immigrati: progetto "Extrasud" in agricoltura nella Bat







BARI - Far conoscere agli immigrati che lavorano in agricoltura nella provincia pugliese della Bat quali sono i loro diritti e doveri al fine di prevenire episodi di sfruttamento e favorire il processo d'integrazione dei lavoratori extracomunitari: si è basato su questi presupposti il progetto Extrasud, promosso da Cia (Confederazione italiana agricoltori) e Uil Puglia, in collaborazione con la Camera di commercio di Bari.

A parlarne ai giornalisti sono stati, tra gli altri, il presidente della Cia Puglia, Antonio Barile, il segretario regionale della Uil, Aldo Pugliese, il presidente dell'Ente camerale barese, Sergio Ambrosi, e il portavoce di una delegazione di lavoratori extracomunitari, il tunisino Garbabou Lazhar. Al progetto, che ha previsto anche corsi di italiano, hanno partecipato 103 lavoratori stranieri «il 33% dei quali - è stato sottolineato - lavora senza contratto. In molti, invece, non hanno una contribuzione sociale o assicurativa, nessuna tutela della salute e della sicurezza, e sopportano irregolarità riguardo a orari di lavoro e salario».

«L'immigrazione - ha spiegato Ambrosi - deve essere una opportunità e l'imprenditore che lo comprende avrà sempre una marcia in più. I settori sui quali l'economia del nostro territorio deve svilupparsi in futuro sono proprio l'agricoltura e il turismo. Speriamo che con questi progetti, che tutelano i lavoratori, anche ai nostri giovani torni la voglia di lavorare in agricoltura». Per Barile, «è meglio prevenire piuttosto che trovarsi davanti a una cronicità dei fenomeni come quelli registrati a Rosarno. Con questa iniziativa abbiamo dimostrato che le organizzazioni sociali e imprenditoriali, insieme alla Camera di commercio, possono fare molto in termini di sussidiarietà». Pugliese ha sottolineato che «nell'ambito del Piano straordinario per il lavoro varato dalla Regione, abbiamo chiesto di emettere il primo bando che riguarda» il contrasto al «lavoro nero sommerso, un fenomeno che interessa particolarmente l'agricoltrua» dove «in questo periodo di crisi c'è ancora meno attenzione per le condizioni dei lavoratori». Infine, Lazhar ha sottolineato che sarebbe «utile estendere gli stessi corsi anche ad altri settori come il tessile e l'abbigliamento dando anche a noi la formazione adeguata per aprire una azienda tutta nostra».



Francesco Di Reda

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